Mercoledì 13 dicembre 2023 ore 20,30
al TEATRO DELLE ALI

Saverio La Ruina
Italianesi

di e con Saverio La Ruina
musiche originali Roberto Cherillo
contributo alla drammaturgia Monica De Simone
disegno luci Dario De Luca
direzione tecnica Mario Giordano
organizzazione Settimio Pisano
produzione Scena Verticale

premi e riconoscimenti
Premio UBU 2012 “Migliore attore”
Nomination Premio UBU 2012 “Migliore testo italiano”
Premio Lo straniero 2015
Premio Enriquez 2012 per la drammaturgia
Premio Antonio Landieri 2012 “Migliore attore”
Menzione speciale al Premio Internazionale Teresa Pomodoro 2012

BIGLIETTI
intero € 18
ridotto € 15
Accademia Arte & Vita € 12

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oppure nella biglietteria del Teatro in Via Maria SS. Guadalupe 5 a Breno, aperta il martedì e il venerdì dalle 17.30 alle 18.30 e la sera dello spettacolo a partire dalle ore 20.00. In caso di sold-out la sera dello spettacolo verrà predisposta una lista d’attesa (senza garanzia di partecipazione).

Grande, grandissimo Saverio La Ruina, un condensato di bravura e di alto senso poetico, capace di condurre passo passo lo spettatore – per accenni, per piccoli gesti – dentro l’anima di un personaggio, come forse solo Eduardo e pochi altri hanno saputo fare. Eccezionale.

Il sole 24 ore | Renato Palazzi

Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case.
Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati
in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati.

Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime.
Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia.
Ispirato a storie vere.

Testo selezionato per il progetto Face à Face / Parole d’Italia per scene di Francia e presentato in forma di lettura scenica al Theatre de la Ville di Parigi e al festival ActOral di Marsiglia con l’interpretazione di Valerie Dreville.

La prima stesura del testo è giunta nella cinquina dei finalisti al Premio Riccione per il Teatro 2011. Lo spettacolo è stato trasmesso in diretta radiofonica nell’ambito di Radio 3 in Festival il 13/04/12.

Ettore Bassi