Venerdì 8 novembre 2024 ore 20,30
al TEATRO DELLE ALI
Mario Perrotta
Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà
scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta
collaborazione alla regia Paola Roscioli
mashup e musiche originali Marco Mantovani, Mario Perrotta
produzione Permar Compagnia Mario Perrotta, Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale
con il contributo di Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Comune di Medicina, Teatro Asioli di Correggio, Duel
BIGLIETTI
intero € 20
ridotto € 18
Accademia Arte & Vita € 14
Acquista online su:
oppure nella biglietteria del Teatro in Via Maria SS. Guadalupe 5 a Breno, aperta ogni martedì e venerdì dalle 17,30 alle 18,30 (escluso festivi e periodo dal 14 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 compresi e dal 16 aprile al 28 aprile 2025 compresi) e nelle giornate/serate di programmazione a partire dalla mezz’ora che precede l’inizio dello spettacolo
Finalista al Premio Ubu 2023 come miglior attore per questo spettacolo, Mario Perrotta – voce tra le più significative del teatro italiano contemporaneo e già applaudito dal pubblico del Teatro delle Ali per il suo Antonio Ligabue in “Un bes” – si ispira all’opera di Italo Calvino per dare vita al personaggio del Nano in un monologo struggente.
In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del “signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare.
Scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta con la collaborazione di Paola Roscioli alla regia e di Marco Mantovani per le musiche originali, l’allestimento è prodotto da Permar Compagnia Mario Perrotta ed Emilia Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale con il contributo di Regione Emilia Romagna.
L’omaggio di Mario Perrotta a Italo Calvino, riflettendo sulla nostra libertà
La libertà, Calvino e io
Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza – esistenza che Calvino non ci racconta – proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo.
E torno così alle ragioni prime del mio progetto: non certo uno spettacolo su Calvino, ma uno spettacolo sulla libertà, sull’autodeterminazione, tema che occupa da molto tempo i miei pensieri sull’uomo in quanto animale sociale e sulle storture che mi fastidiano nel nostro convivere quotidiano. Per mia fortuna lo stesso tema ha assediato i pensieri di Italo Calvino lungo tutta la sua parabola letteraria, attraversando ugualmente i romanzi realistici, così come quelli fantastici e l’epoca combinatoria. Questo mi ha consentito di coniugare il mio “ragionare di libertà” con la possibilità di affrontare un autore che ho molto amato ma che mai avevo osato accostare al mio teatro. Ho sempre pensato, difatti, che Calvino fosse impossibile da rappresentare, almeno così com’è.
È stato questo confluire delle mie riflessioni e di quelle di Calvino intorno a quella parola fragile che è “libertà” che mi hanno convinto a provarci. E, soprattutto, è stato la scoperta di quel romanzo considerato minore e quel personaggio così impossibilitato a scegliere per se stesso a darmi una plausibile via da percorrere con la mia scrittura. Parto, quindi, dalla sua condizione antitetica di disabile totale per parlare della condizione di noi “abili” che la libertà la sprechiamo ogni giorno. E affondo le mani liberamente negli altri scritti di Calvino “scalvinandoli”, scompigliandoli e ricomponendoli, così come serve al Nano per procedere nella sua serata di spettacolo.
Ne è venuto fuori uno spettacolo profondamente mio che – al contempo – mi sembra rispettare nella sua sostanza profonda la lezione calviniana sulla libertà. Un omaggio personalissimo a un autore che ha saputo modellare la mia visione delle cose del mondo.
Mario Perrotta
Cento anni dopo la sua nascita, Italo Calvino conquista i palcoscenici italiani che l’hanno finora molto snobbato. Potere degli anniversari. E tra le varie proposte, è da vedere Come una specie di vertigine. Il Nano, Calvino, la libertà. … Lo firma e lo interpreta un attore padrone di sé e dei propri mezzi come Mario Perrotta: in giacchetta di lustrini, immobile (scelta ardita in teatro) in una sedia metallica provvista di microfono, intreccia la storia del nano del Cottolengo da La giornata d’uno scrutatore, al Cosimo del Barone rampante che cerca negli alberi la via di fuga, a Palomar che parla di emozione contro i pregiudizi. Smarginando tra le pagine di Città invisibili, Cosmicomiche, Il cavaliere inesistente in versione rap, si entra nella mitologia calviniana della leggerezza e libertà, consapevoli che tanto il mondo gira, “con la gioia e col dolore” come cantava Jimmy Fontana legittimamente ripescato. Insomma, missione compiuta, anche se con Calvino non è mai facile.
Anna Bandettini, La Repubblica
Negli 80 minuti che Perrotta è in scena utilizza tutta la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità, la molteplicità che Calvino descrive nelle sue Lezioni americane, chiudendo lo spettacolo tra lunghissimi applausi del pubblico e con le note della canzone dell’inizio, riverso bocconi nella sua postazione, magari pensando di fare un giro sulla galassia e sperando che i tempi dilatati della creazione dell’universo possano aiutare l’essere umano a gestire meglio la sua libertà. Spettacolo da non perdere.
Gigi Giacobbe, Sipario.it
Scelta felice quella di Mario Perrotta di tornare al monologo e farsi protagonista assoluto di una pagina, molto poco frequentata, dei racconti di Italo Calvino dove si fa osservazione critica e si analizza la realtà senza alcuna tentazione consolatoria. Ad abitare la scena sarà il Nano – ospite molto speciale del Cottolengo – che nella scrittura scenica del nostro autore-attore si fa testimone dell’inquietudine, per nulla romantica, del racconto “il più pensoso” (nella definizione dello stesso Calvino), La giornata d’uno scrutatore. Qui vivono creature già morte che vegetano nel degrado totale, a cui la deformazione fisica sconvolge la mente e inaridisce il cuore e tuttavia non impedirà al Nano di prendersi la scena e liberare la sua voce interiore. Pensieri, emozioni, sentimenti a sfatare ogni pregiudizio per vivere momenti di libertà, per avere finalmente diritto alla parola.
Titti Danese, Liminateatri