Sono tempi strani, e incerti, quelli che stiamo vivendo. Tempi sospesi tra il rischio di fare troppo e il timore di non fare abbastanza per tutelare noi stessi e gli altri e allo stesso tempo per non perdere le redini delle nostre vite. Sono tempi in cui abbiamo ricominciato a guardare attentamente i numeri, che molto spesso ci spaventano, anche solo perché talvolta non abbiamo gli strumenti per comprenderli appieno.

E così, allora, oggi anche noi vogliamo “dare un po’ i numeri”. Perché in mezzo a tanti numeri minacciosi, ne abbiamo trovati alcuni che mettono un po’ di pace. Stiamo parlando di uno studio pubblicato dall’AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) che segnala che dal 15 giugno (giorno di riapertura dopo il lockdown) nei 2.782 spettacoli monitorati, tra i 347.262 spettatori censiti, 1 solo è risultato essere positivo al Corona Virus.

 

Fonte: teatro.it

Possiamo anche pensare che qualche altro contagiato sia sfuggito alla tracciatura.

Possiamo anche pensare che si debba fare la tara dell’oste che certifica come buono il suo vino.

Ma se lo studio di AGIS è affidabile anche solo al 90% (vorremmo pensare che la % sia persino più alta) sembrerebbe (possiamo togliere il condizionale?) che il teatro, e più in generale gli spazi di spettacolo, sono tra i luoghi di lavoro e i luoghi d’incontro più sicuri.

Difficilmente il pubblico del teatro tifa a squarciagola, magari insultandosi, perché si è diviso nel sostenere i Montecchi o i Capuleti.

Difficilmente avrà emulato Romeo e Giulietta con un seppur candido bacio nel buio della sala.

Non lo abbiamo mai visto esplodere in momenti di giubilo esagerato o brindare scambiandosi calici di spumeggianti bevande alcoliche alla morte di Lady Macbeth.

Non lo abbiamo mai visto (esponendo striscioni o alimentando cori contro l’avversario) incitare esageratamente Amleto perché vendichi la morte del padre.

Non lo abbiamo mai visto inveire fuori misura contro la malvagità di Riccardo III.

Lo vediamo più prudentemente commuoversi secondo le proprie sensibilità, indignarsi in silenzio, applaudire insieme. A volte ridere; lo farà ancora, ma sempre dietro una mascherina e al suo posto.

Po uscirà ordinatamente, con la consapevolezza che, per il momento, non gli è consentita la bella abitudine del confronto post-spettacolo in foyer…

Poi, come si è recato in teatro, utilizzando il proprio mezzo più che il trasporto pubblico (quindi anche in questo caso limitando la eccessiva vicinanza con gli altri) tornerà a casa, probabilmente con l’animo più lieve, con qualche dubbio in più, con la sorpresa di un pensiero nuovo, con la gioia di aver trovato una chiave diversa per interpretare anche solo una piccola parte del suo universo.

Ti abbracciamo, con il cuore,
il tuo Teatro